Quanto costa un trasporto in ambulanza
Quanto è giusto spendere per un trasporto in ambulanza? E’ possibile ottenere un rimborso? Quanto può chiedere un medico o un infermiere per accompagnare il paziente?
Proveremo a rispondere a queste e ad altre domande che frequentemente ci vengono poste da persone intente a cercare o ad organizzare il trasferimento su gomma di un loro parente o conoscente malato.
Per reperire un’ambulanza privata ed organizzare il trasporto di un paziente non esitate a contattarci per conoscere il costo da sostenere ed i dettagli del viaggio relativi alle vostre specifiche necessità. Essendo la nostra un’associazione di volontariato, il nostro costo è esclusivamente un rimborso in base ai KM realmente effettuati.
I costi fissi del trasporto di un paziente
Tutti gli enti che si occupano di trasporto sanitario su gomma, siano esse associazioni di volontariato, società, cooperative, o altro… utilizzano un proprio tariffario. Di solito, la prima voce che compare viene soprannominata “costo fisso di uscita”, o qualche dicitura simile. Che cosa si intende con questa voce?
Il costo fisso di uscita, o di chiamata, non è altro che una spesa appunto “fissa” che l’utente dovrà sostenere indipendentemente dal numero di chilometri che il paziente, e quindi l’ambulanza, dovrà percorrere. Questa spesa, che in alcuni casi viene “scontata” e quindi non richiesta, incide solo marginalmente sul preventivo totale, essendo compresa mediamente tra i 20 e i 30 euro.
Le tariffe chilometriche di ambulanze e taxisanitari
Il fattore che più di tutti incide nel preventivo finale di un trasporto in ambulanza è rappresentato dal “costo chilometrico”.
In che modo viene calcolato? Al contrario di quello che normalmente si è indotti a pensare, i chilometri che vanno conteggiati non sono solamente quelli percorsi dal paziente, bensì quelli totali compiuti dall’ambulanza, e cioè: dalla sede dell’associazione all’ospedale di partenza, il percorso compiuto con il paziente a bordo, e in fine i chilometri necessari all’ambulanza per fare rientro alla propria sede di partenza.
Le tariffe chilometriche adottate dalle principali associazioni di volontariato o società di ambulanze in Italia, variano mediamente tra gli 0,80 euro e gli 0,95 euro. In alcuni casi però è possibile trovare enti (prevalentemente di volontariato) in grado di fornire ambulanze a 0,70 euro al chilometro. Allo stesso modo è possibile imbattersi in società che chiedono perfino 1,50/2,00 euro al chilometro, motivati generalmente dal fatto che adottano solamente personale dipendente e quindi stipendiato (con costi ovviamente maggiori).
Per quanto riguarda il classico taxi-sanitario, cioè automobili attrezzate con i principali dispositivi medici necessari in caso di emergenza, ma adatti a pazienti stabili in grado di viaggiare seduti, i costi si abbassano notevolmente. La tariffa chilometrica infatti, può scendere fino agli 0,50 euro, ma non tutte le associazioni o società di trasporto malati sono attrezzate con questo tipo di mezzo.
E’ bene però sottolineare che la tariffa chilometrica adottata per il calcolo del preventivo, generalmente non influisce in alcun modo sulla qualità del servizio offerto. Risulterebbe quindi una scelta sbagliata quella di affidarsi ad ambulanze costose, sperando così di ottenere un’assistenza migliore.
Quanto costa un infermiere o un medico per l’assistenza del malato durante il trasporto
Quando si organizza un trasporto in ambulanza, ci si imbatte nel problema di decidere quale tipo di assistenza il paziente avrà bisogno. Esiste infatti la possibilità di effettuare il trasferimento con l’assistenza di un soccorritore, ma potrebbe anche essere necessario predisporre l’assistenza di un infermiere o addirittura un medico. Talvolta viene perfino richiesta la presenza di uno specialista rianimatore, cardiologo, pediatra o altro, a seconda delle problematiche cliniche del paziente. In questo articolo non ci occuperemo dei fattori che rendono necessaria l’assistenza “avanzata” di un paziente critico, ma ci soffermeremo sull’aspetto economico.
Quanto costa l’infermiere? Quanto costa il medico? Purtroppo non è affatto semplice rispondere a queste domande, in quanto sul territorio nazionale le tariffe si differenziano notevolmente da un’associazione all’altra. Proviamo però a dare qualche indicazione che possa orientare l’utente finale nella possibile spesa da sostenere.
Quella dell’infermiere è talvolta la scelta che unisce risparmio e sicurezza, in quanto si riesce a spendere cifre comprese tra i 150 e i 300 euro al giorno, garantendo comunque al paziente un’assistenza professionale e un monitoraggio attento delle funzioni e dei parametri vitali. Durante il trasporto è possibile somministrare farmaci al bisogno, o proseguire terapie croniche, sempre sotto prescrizione del medico competente. Naturalmente, in caso di emergenza, l’infermiere è in grado di mettere in atto tutte le manovre salvavita (tra cui la defibrillazione e la rianimazione cardiopolmonare), in attesa di raggiungere il pronto soccorso più vicino.
Il medico generico, che di solito è comunque esperto in emergenza sanitaria o pratico di trasporti sanitari extraospedalieri, può comportare tariffe giornaliere che mediamente sono comprese tra i 300 e i 500 euro.
Quando, per motivi clinici o per una maggior tranquillità, si sceglie la figura del medico anestesista, i costi subiscono un drastico aumento. Le tariffe mediamente applicate vanno infatti dai 400 ai 600 euro giornalieri. Ma non è raro che gli stessi specialisti chiedano compensi su base oraria, che ovviamente fanno impennare i costi soprattutto nei viaggi a lunga percorrenza.
Stesso discorso vale per gli altri medici specialisti, come cardiologi o pediatri. Le loro tariffe sono sovrapponibili a quelle degli anestesisti, ma in compenso sono molto più difficili da reperire.
La sosta del mezzo e dell’equipaggio
Una delle spese non previste, o forse l’unica, è la sosta dell’ambulanza; cioè il tempo “perso” dall’equipaggio per attendere il paziente. Questo può succedere per svariati motivi, ad esempio perché il paziente non è pronto all’orario concordato per il caricamento. Oppure quando viene accompagnato in una struttura ospedaliera per eseguire una visita, o un accertamento, la cui esecuzione richiede un impegno di diverse ore. Queste soste vengono generalmente tollerate dalle associazioni/società che gestiscono le ambulanze, soprattutto nell’ambito dei viaggi a lunga percorrenza, e quando non superano l’ora o le due ore. Quando però la sosta supera le due o tre ore, comincia a rappresentare un problema dal punto di vista logistico (pianificazione dei tempi e dell’organizzazione del trasferimento) e una perdita economica dovuta alla non operatività del mezzo.
Per compensare in parte le perdite economiche e l’impegno dell’equipaggio, viene quindi chiesto il riconoscimento di una quota oraria, generalmente compresa tra i 15 e i 40 euro, per ogni ora di sosta dovuta a eventi previsti o imprevisti.
Il nostro consiglio è di chiedere sempre, in fase di prenotazione dell’ambulanza, dell’esistenza o meno di un’eventuale spesa da sostenere per soste orarie durante il trasferimento sanitario. Il responsabile sanitario, o l’operatore con cui parlerete, saprà darvi anticipatamente tutte le informazioni al riguardo.
Il rimborso delle spese sostenute per trasportare un paziente
Quando è il paziente ad auto dimettersi da una struttura ospedaliera, o a richiedere un trasferimento verso un altro ospedale per motivi personali, il trasporto vien molto raramente gestito dal sistema sanitario nazionale. Sarà quindi lo stesso interessato (o i parenti) a farsi carico economicamente di tutte le spese.
E’ possibile ottenere un rimborso? Se per “rimborso” si intende il recupero totale del budget anticipato, la risposta no; a meno che il paziente non disponga di una propria assicurazione personale che copra questo genere di spese.
Farà invece piacere sapere che tutti i trasporti in ambulanza, in quanto prestazioni sanitarie a tutti gli effetti, potranno essere detratte in sede di dichiarazione dei redditi. Esattamente come succede per il dentista, per una visita cardiologica privata, o per le spese sostenute per la cura di pazienti oncologici (solo per fare alcuni esempi).
Trovare l’ambulanza al prezzo migliore
Abbiamo visto finora in che modo vengono calcolati i preventivi per un trasporto sanitario, e quanto potrebbe costare. In realtà, oggi, è molto semplice trovare la miglior offerta per il trasferimento di un malato. E’ sufficiente infatti utilizzare il motore di ricerca AmbulanzaWeb, per scoprire in pochi clic, e in maniera del tutto gratuita, qual’è l’associazione o società di ambulanze in grado di offrire il servizio al prezzo migliore.
Altro modo è quello di reperire le associazioni più vicine dal luogo di partenza o quello di arrivo e chiedere un preventivo. Conoscendo ora come è costruito il prezzo non ti sarà difficile capire cosa girà dietro ogni preventivo.
Come anticipato l’Associazione PEGASO onlus è un’associazione di volontariato onlus, composta esclusivamente da volontari, nella maggior parte dei casi il costo da sostenere è solo quello legato ad un rimborso in base ai chilometri percorsi. Le nostre ambulanze partono tutte dalla provincia di Chieti, nei comuni di Altino, Fara San Martino e Torricella Peliga. Raggiungiamo con molta facilità gli ospedali e le stretture presenti nei comuni di Casoli, Atessa, Guardiagrele, Lanciano, Chieti, Pescara e Vasto. Partiamo da tutti i comuni limitrofi alle nostre sedi e raggiungiamo tutte le destinazioni sul territorio nazionale o europeo. Per qualsiasi informazioni non esitare a contattarci, troverai sempre un operatore a disposizione per discutere insieme delle tue esigenze e trovare la giusta soluzione.
tel: 3337299845
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